Domare i pensieri negativi, killer della mente

  • Dott.ssa Daniela Benvenuti

La fase dell’innamoramento è una sorta di periodo magico che non dura per sempre e nella quale sperimentiamo un tipo di attaccamento e fusione col partner molto particolare, che si stabilizza dopo un certo lasso di tempo quando, pur nel legame, i due componenti della coppia riprendono la loro autonomia.

Questo non succede nella dipendenza affettiva patologica, in cui la relazione  di coppia è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza. All’altro viene attribuita un’importanza tale da annullare se stessi e non ascoltare i propri bisogni. Tale meccanismo viene perpetuato per evitare di affrontare la paura più grande: la rottura della relazione. Anche se non viene considerata nei manuali diagnostici come una vera e propria dipendenza patologica, essa può raggiungere una forma così estrema da presentare caratteristiche simili alla dipendenza da uso di sostanze.

Chi soffre dei sintomi della dipendenza affettiva ha un forte bisogno di legame nei confronti di una persona dalla quale dipende totalmente e sulla quale investe tutte le proprie energie. Vive costantemente nell’ansia di poterla perdere e ha bisogno di continue rassicurazioni. La dipendenza affonda le sue radici nell’infanzia, nel rapporto con chi si è preso cura di noi. Coloro che diventano affettivamente dipendenti probabilmente da piccoli hanno ricevuto il messaggio di non essere degni d’amore o che i loro bisogni non siano importanti.

La persona non sarebbe riuscita, nel corso dell’infanzia, a sviluppare una struttura psichica adeguata, a causa di esperienze affettive negative con le figure di riferimento, che non le hanno permesso di percepirsi degno di amore e considerazione e, di conseguenza, di strutturare un senso di identità personale che le valorizzi al di là dello stare o meno in coppia.

Esiste una stretta connessione tra la tipologia di attaccamento e la personalità. Coloro che soffrono di disagi connessi alla sfera della dipendenza affettiva, generalmente presentano uno stile di attaccamento insicuro, molto spesso di tipo dipendente, oppure evitante o disorganizzato.

La scelta da parte del soggetto dipendente di un partner con determinate caratteristiche non è casuale. Il dipendente ha spesso una percezione di sé come una persona non meritevole d’amore. Di conseguenza tenderà a scegliere inconsapevolmente partner problematici, evitanti, anaffettivi che andranno a confermare l’immagine negativa che il dipendente ha di sé; oppure narcisisti, per compensare la sua scarsa autostima. Molto spesso il dipendente affettivo tende a rivivere all’infinito le dinamiche di rifiuto o di indifferenza esperite durante l’infanzia, nel tentativo maldestro e disfunzionale di affrontarle e di instaurare  una specie di sfida, che, purtroppo, non vincerà mai.

Siamo, ovviamente, su un piano di dinamiche del tutto inconsapevoli, che portano ad un’escalation distruttiva del rapporto di coppia.

Come si esce dalla dipendenza affettiva? il primo passo è la consapevolezza del proprio funzionamento e dei propri schemi. Solo così è possibile intervenire nella relazione con l’altro.Un adeguato percorso psicoterapeutico può efficacemente aiutare la persona ad uscire dalla sofferenza, aiutandola a comprendere gli schemi disfunzionali sottostanti al proprio funzionamento mentale, a modificare i legami di attaccamento insicuro e rielaborare le esperienze negative per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti e a migliorare la propria autostima.

Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo Padova e Feltre


Psicologo  a Padova e Feltre

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